Oggi siamo/sono a riproporre un lavoro di fine 2017 inizi 2018, questo perché ritengo, post analisi di altri eventi e di altri elementi, necessario rendere quanto di seguito esplicato il più noto possibile, essendo ancora di attualità.
"L’arresto di un terrorista islamico proveniente dal Gambia (tempo fa) e ben nascosto tra i migranti, una minaccia seria e incombente, se da un lato dimostra che le forze dell’ordine italiane sono vigili anche su quel versante, nonostante tutto, dall’altro dimostra come la teoria che i terroristi islamici arrivano con i flussi migratori non è completamente campata in aria.
Il rischio c’è eccome, al pari della radicalizzazione.
Senza voler fare di un caso isolato un “casus belli”, la storia del richiedente asilo proveniente dal Gambia (che poi ci dovrebbero spiegare come possa uno proveniente dal Gambia, dove non ci sono guerre, chiedere asilo) è lo specchio di tutti i timori espressi in precedenza.
Il gambese non è partito dall’Africa con l’intenzione di trovare una vita migliore in Italia e magari è stato reclutato strada facendo, no, lui è partito con un piano preciso in testa che era quello di compiere un attentato in Italia e, come da lui stesso ammesso, commettere una strage.
Non si tratta quindi di un piano estemporaneo o studiato all’ultimo minuto, al contrario, si tratta di un piano premeditato e studiato a lungo che ha potuto beneficiare di congrui finanziamenti e probabilmente di una rete attiva lungo l’asse Africa Occidentale – Libia, quella stessa rete denunciata in passato e che può beneficiare di enormi finanziamenti provenienti dai Paesi arabi del Golfo e dalla Turchia.
E per i motivi di cui sopra non si può parlare nemmeno di “cane sciolto”.
Qui siamo di fronte al primo caso provato di un terrorista islamico che usa scientemente e in maniera organizzata i flussi migratori per introdursi in Italia con il solo obiettivo di compiere attentati, questo è ciò che dobbiamo evitare per il futuro, dobbiamo scongiurare il ripetersi di tali eventi.
Attenzione quindi a sottovalutare l’episodio e a ridurlo a un caso isolato. "
In Italia c'era e c'è la tendenza, anche per ragioni politiche, a minimizzare il problema del terrorismo islamico che usa i flussi migratori come mezzo per infiltrarsi in occidente.
Fino ad oggi chiunque si azzardasse ad evidenziare questa possibilità veniva tacciato subito di razzismo e messo alla berlina.
Invece il problema c’è, c’è sempre stato, tanto che ci chiediamo quanti gambesi o di altra Nazionalità ci siano già in Italia o quanti siano passati per l’Italia per poi recarsi in altri Paesi europei.
Ripetiamo che non c è intenzione a fare di ogni erba un fascio, tanto meno c'è intenzione a criminalizzare tutti gli immigrati, ma il caso del gambese, come di altri, deve far riflettere se non altro per aver evidenziato la facilità con la quale un terrorista islamico può entrare in Italia con la copertura della richiesta di asilo politico, senza dimenticare, lo ripeto sino alla nausea, il fenomeno della radicalizzazione, una bomba ad orologeria se non rafforzeremo l'intelligence, le FF.OO., le FF. AA. e la Sicurezza Sussidiaria, quadrilatero indispensabile al sistema Homeland Security, per la nostra Nazione ci saranno senz'altro problemi per il futuro.
Che poi il problema vada risolto all’origine e soprattutto a sud della Libia è un discorso che abbiamo già affrontato, come recitava illo tempore uno dei Statisti Italiani negli anni '90, messo alla gogna e poi costretto all'esilio, ma santo cielo smettiamola di evitare di affrontare un problema reale per paura di essere tacciati di razzismo.
In conclusione credo come esperto di settore, che il governo italiano, almeno, debba prendere sempre più coscienza del fenomeno e predisonga urgenti contromisure. @CC-RTI 28_12_17 #13_01_18
Ufficio Stampa
Security Expert - Terrorism Expert - CC-RTI