lunedì 28 maggio 2018

Mattarella e il suo........!

In questi giorni sui social network girano ingiurie e minacce di morte verso il PDR, questo da cittadino e poi uomo di Stato che non è d'accordo con la linea del PDR, sento di condannarlo, perché è una deriva inaccettabile in quanto seppur illegittimamente, seppur ha sbagliato nel suo operato, egli è il Presidente della Repubblica Italiana in primis, se poi colui che ne riveste il ruolo ha commesso un atto politico grave, va perseguito sii ma nelle sedi competenti secondo normative vigenti, questa si chiama etica e senso delle Istituzioni.

Considerato che:

"Il Presidente della Repubblica ha un ristretto margine di discrezionalità nella scelta del Presidente del Consiglio (mentre non ne ha alcuno nella scelta dei ministri, formalmente demandata al Presidente del Consiglio)" 

Temistocle Martines, manuale di diritto costituzionale.

"È quindi evidente che i ministri debbano avere la fiducia del presidente del consiglio ed è da escludere che il capo dello stato abbia il potere di rifiutarne la nomina" 

Aldo Bozzi, padre costituente.

"La predisposizione della lista dei ministri da parte del Presidente del Consiglio incaricato costituisce una proposta vincolante per il Capo dello Stato, il quale non potrebbe rifiutare alcuna nomina, se non nel caso estremo di un soggetto palesemente privo dei requisiti giuridicamente richiesti per ricoprire l'ufficio" 

Livio Paladin, manuale di diritto costituzionale.

"L'avere condizionato la nomina dei ministri alla proposta del presidente del consiglio (che deve ritenersi assolutamente vincolante per il capo dello stato) è pura e semplice applicazione del principio di supremazia conferito al medesimo, e della responsabilità a lui addossata per la condotta politica del gabinetto: responsabilità che, ovviamente, non potrebbe venire assunta se non potesse giovarsi, per il concreto svolgimento della medesima, di un personale di sua fiducia" 

Costantino Mortati, padre costituente, manuale di istituzioni di diritto pubblico.

Quindi, 

Rimane in ogni caso fermo che il Presidente della Repubblica, una volta conferito l'incarico, non può interferire nelle decisioni dell'incaricato né può revocargli il mandato per motivi dipendenti dalle divergenze delle rispettive visioni politiche, sia pure in vista degli 'interessi nazionali".

(cit. da Livio Paladin, 'Diritto costituzionale', III ed., Padova, 1998, p. 390).

Per questo, 

Non esprimo solidarietà al PDR perché il suo agire non mi è piaciuto, ma condanno e non giustifico questa deriva che la "politica" ha preso, perché si sta perdendo il senso del significato del termine di STATO ed ISTITUZIONI.


Chi fa politica deve avere e dare un alto valore di etica al proprio ruolo in seno alle Istituzioni ed in Rispetto del Popolo Italiano. 


L'Italia ha bisogno di Sovranità, di tornare ad essere Nazione, di uscire dall'Europa, su questo obiettivo chi ama la Nostra Italia deve lavorare e lottare, per tornare a vivere ed essere Orgogliosi di essere ITALIANI, con il massimo rispetto della Repubblica Italiana e della Costituzione.

EP
Ufficio Stampa

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